MINEO – Venerdì 9 maggio, alle ore 19.00, con la Santa Messa presieduta da S.E. mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, sarà riaperta, dopo otto anni dalla chiusura, la Chiesa di Santa Maria Maggiore.
La Chiesa parrocchiale fu gravemente danneggiata dal terremoto di Santa Lucia, del 13 dicembre 1990 e per questo chiusa al culto.
«La riapertura della Chiesa – afferma mons. Peri – è un esempio edificante per la nostra fede. Avremo la gioia di restituire ai fedeli questo luogo di culto, ma allo stesso tempo saremo richiamati dalle parole dell’apostolo Pietro ad essere in Cristo pietre vive (cf. 1Pt 2,4-8) per la costruzione di un edificio spirituale (cf. 1Pt 2, 4) e per un sacerdozio santo (cf. 1Pt 2,5)».
La Chiesa di Santa Maria Maggiore sorge vicino ai ruderi del vecchio castello Ducezio, le sue origini risalirebbero agli albori del cristianesimo in Sicilia.
Nel tempo l’edificio ha subito diverse trasformazioni, soprattutto a causa dei numerosi terremoti (1542, 1693, 1908, 1969), l’ultimo dei quali è il terremoto di Santa Lucia (1990).
«La comunità ritorna a casa e riafferma la sua identità – dichiara il parroco don Santo Galesi -. Questo è per noi un motivo di grande gioia che segna la rinascita della comunità parrocchiale».
Dopo i primi essenziali lavori eseguiti nell’ambito delle misure di legge a favore delle zone colpite dal terremoto, la Chiesa è stata dapprima riaperta in parte e poi nuovamente chiusa al culto nel 2006.
Inizia da qui un periodo difficile per la vita della Parrocchia. Alcune attività, non senza difficoltà, vengono trasferite nella Chiesa di San Francesco.
Il 18 gennaio 2007 sulla struttura vengono effettuati altri interventi, in particolare il consolidamento strutturale e il rifacimento dei tetti. Il 23 aprile 2010 la Protezione civile effettua il collaudo sui lavori realizzati.
Intanto nel 2008 i fedeli, riuniti attorno al parroco del tempo don Nunzio Valdini, costituiscono un comitato spontaneo che chiamano “Pro Restauro Santa Maria Maggiore”. Il comitato si fa carico, subito dopo il collaudo dei lavori da parte della Protezione civile, di completare gli interventi in progetto, per i quali sarebbero stati necessari 250.000,00 euro.
Grazie alla generosità dei fedeli vengono raccolti 100.000,00 euro, e nel 2011 ripartono i lavori di completamento e vengono realizzati l’impianto elettrico (a norma, eseguito da ditta specializzata), gli intonaci e l’imbiancatura delle pareti della Chiesa.
Le opere sono state condotte e portate a termine da alcuni fedeli «che completata la loro giornata di lavoro – conclude don Galesi -, si sono dedicati volontariamente e con amore alla ricostruzione del luogo. È un esempio bello ed ammirevole, e li ringrazio davvero per tutto quanto hanno fatto».
7 maggio 2014