CALTAGIRONE – Con una significativa dedica “ai presbiteri di questa Chiesa, anche a quelli di cui si è perso il nome”, viene dato alle stampe “Le Chiese Matrici della diocesi di Caltagirone” di don Vito Valenti, un volume di pregevolissima fattura sia nella forma grafica che nei contenuti storico-scientifici, destinato a prolungare il ricordo ancora vivo della celebrazione del Bicentenario della nostra Chiesa Diocesana. La memoria degli eventi solenni e significativi che l’hanno contrassegnato si rinnova anche nel racconto appassionato di quanti nel tempo “hanno dissodato piantato, coltivato e irrigato questo campo di Dio per farne la sposa bella dell’Agnello”, e di quanto per la laboriosità, generosità e creatività di molti è stato tradotto in visibilità negli edifici sacri, monumenti, strutture, opere d’arte, manufatti di ogni genere, oltre che nello zelo pastorale e nella passione evangelizzatrice dei tanti “lavoratori della vigna del Signore”.
La presentazione si svolgerà nel chiostro del Convento di S. Antonio a Scordia la sera del 28 luglio corrente, alle ore 19,30 con la presentazione dell’Arch. Luigi Belvedere, del Prof. Giacomo Pace Gravina, Ordinario di Storia del Diritto Medievale e Moderno dell’Università di Messina, e di don Fabio Raimondi, Direttore del Museo Diocesano di Caltagirone.
Il richiamo alla tenda del logo del Bicentenario è significativo della continuità di questo cammino del Popolo di Dio nella Storia, fino a conformarsi nella Chiesa alla prospettiva del Regno, che è inviata non semplicemente per mettere sui passi dell’uomo segni visibili e riconoscibili di questo passaggio ma soprattutto, come scrive mons. Calogero Peri nella Presentazione, “per cercare un senso alla nostra vita e al passare dei giorni…”. Nell’esprimere apprezzamento e gratitudine per la realizzazione dell’opera editoriale, che si affianca autorevolmente ad altre analoghe iniziative, il Vescovo scrive: “Abbiamo bisogno di riferimenti importanti e stabili per raggiungere quella sapienza del cuore che la caducità delle cose, invece, minaccia di toglierci… La nostra fede ci spinge a trovare in Dio quella sicurezza che altrimenti e altrove, cercheremmo invano. Il nostro Dio è un Dio che parla, un Dio che ci parla. E lo fa ripetutamente e in maniera sempre nuova”.
Il volume riccamente documentato e illustrato si è avvalso dei contributi attenti e competenti di studiosi della nostra storia locale come Giacomo La Puzza, Luciano Buono, Antonio Cucuzza, Salvatore Scacciante, Giacomo Caruso, Santina Paradiso, Franca Barbanti, Claudio Parisi, Vincenzo Firrarello, e Maria Grazia Cammisa, oltre che dello stesso curatore don Vito Valenti.
“Le scritture iconografiche che contengono le nostre chiese – scrive don Vito Valenti nell’introduzione – dicono alle comunità oranti che lì si raccolgono, non solo della visita salvifica di Dio, la sua presenza benedetta nella nostra vita, ma raccontano anche le nostre relazioni, narrano i nostri bisogni e le nostre speranze, i desideri e le attese”.
Con tutti i linguaggi possibili i cristiani, infatti, che in nulla si differenziano dagli altri, esprimono la loro capacità di abitare la storia con la loro “modalità credente” e di arricchirla continuamente, facendo proprie “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono” (GS 1) nel segno della Speranza e della Risurrezione del Signore.
28 Luglio 2017