CALTAGIRONE – A distanza di poche settimane dal Referendum Costituzionale, su cui gli italiani sono chiamati ad esprimersi il prossimo 4 dicembre 2016, l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della diocesi di Caltagirone organizza domani, martedì 8 Novembre alle ore 18.00, nella Sala Conferenze dell’Hotel Villa Sturzo a Caltagirone, un incontro di riflessione, con pubblico dibattito, sulle contrapposte ragioni del “SÌ” e del “NO”. Perché esse siano opportunamente illustrate e approfondite, offriranno il loro contributo competente i Proff. Luigi D’Andrea e Stefano Agosta, docenti di Diritto Costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina.
«La riforma Boschi – afferma don Tino Zappulla, direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro – incide profondamente sulla seconda parte della Costituzione. Siamo convinti che prima di votare, ogni cittadino debba informarsi “personalmente” e avere chiari tutti gli elementi che compongono la Riforma. Vorremmo capire da “tecnici del diritto” quanto e come incide la Riforma sull’assetto costituzionale e sulla vita democratica del nostro paese. Nostro desiderio, come recentemente affermato dal Card. Bagnasco, è offrire elementi di riflessione senza affidarsi a facili “slogan” che rischiano di non concentrarsi sul reale contenuto della Riforma, bensì su aspetti diversi».
L’iniziativa è parte di un più ampio progetto della Chiesa calatina verso un impegno di responsabilità che appartiene a tutti i credenti in ordine alla promozione del bene comune della società in cui essi sono chiamati a farsi presenze attive anche come testimoni della loro identità all’interno di una società legittimamente laica e plurale. A loro infatti la Chiesa deputa come funzione “propria” derivante dal Battesimo questo compito. Nella Populorum Progressio di Paolo VI si legge che spetta ad essi “attraverso la loro libera iniziativa e senza attendere passivamente consegne e direttive, di penetrare di spirito cristiano la mentalità e i costumi, le leggi e le strutture della loro comunità di vita” (n. 81), assecondando un principio sancito nella Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II, che (al n. 75) chiede loro di farsi “capaci di affrontare efficacemente i compiti quotidiani negli ambiti culturali, sociali, economici e politici, sviluppando il senso del dovere praticato al servizio del bene comune”.
In una stagione in cui la libertà di pensiero e di azione in tutti gli ambiti è rivendicata e praticata, un richiamo alla necessità di una profondità e dimensione critica dei valori di riferimento è davvero urgente ed opportuna perché si dispieghi con libertà e intelligenza la dimensione partecipativa del “vivere insieme”, quello che Papa Francesco chiama “bene” della casa comune.
7 Novembre 2016