Il tragico episodio di cronaca, consumatosi nella notte tra domenica 2 e lunedì 3 aprile scorsi, che ha profondamente turbato la comunità civile di Caltagirone, troverà una risposta unanime e responsabile nella fiaccolata, organizzata dalla comunità cristiana calatina, che muoverà stasera 4 aprile 2017, alle ore 20,30 dalla Chiesa di S. Pietro, parrocchia di riferimento della famiglia, per raggiungere la Cattedrale, dove mi farò interprete dei sentimenti della intera comunità e del Vangelo della Speranza che ci è consegnato dalla Fede.
Lungo il percorso, attraverso la via Roma, il corteo si snoderà silenziosamente, per opporre alla sofferenza e allo sgomento che pervade l’anima dei congiunti, degli amici e della intera cittadinanza, un segnale forte di prossimità e solidarietà, che dica coralmente un “no” deciso ad ogni forma di violenza.
Il femminicidio, di cui la cronaca sta narrando impietosamente dettagli e particolari da consegnare alle indagini competenti, è vicenda tristissima e incresciosa, a cui è obbligo non assuefarsi; e soprattutto è sintomo inquietante di profondi disagi spirituali e culturali, e di baratri di sofferenze e umane fragilità, che sconvolgono i territori molto delicati della dinamica dei sentimenti. Se la cronaca ama parlare di situazioni “virali”, per la ormai incredibile frequenza con cui esse si avverano, ogni intelligenza pensante sa di doversi fare, in nome del bene dei nostri figli e delle generazioni future, testimoni più seri e credibili di futuro e di speranza.
Sempre più profonde sono le situazioni drammatiche nelle quali il disagio si fa disperazione e angoscia, per cui violenza e aggressività represse esplodono incontrollate e feriscono alla radice, oltre che storie personali, affettive e familiari, la intera civile convivenza e la cultura diffusa. Per cui è l’intero orizzonte delle relazioni umane, socio-culturali, politiche, economiche che vengono ovviamente chiamate in causa.
Quegli spazi che nell’immaginario collettivo sono chiamati a proteggere e custodire, come intangibile “santuario” di civiltà e progresso, i patrimoni più delicati e preziosi della convivenza umana e della comunicazione affettiva, a volte si trasformano imprevedibilmente in scenari di oscura ambiguità relazionale, fino a degradare in forme di inquietante perversione. La drammaticità degli eventi che la comunità calatina sta vivendo, fa appello fortemente alla necessità che ci si interroghi senza infingimenti e con interiore libertà, laici e credenti di ogni fede, sulla situazione presente continuamente inquieta e precaria.
Essere aperti e solidali non è sufficiente, se non seguono risposte strutturali ad ogni livello per sconfiggere la sensazione di smarrimento e la diffusa percezione di essere quasi traditi da una vita insensata e minacciati dall’imprevedibilità di regole e comportamenti che non vanno nella direzione della possibile gioiosa condivisione nel lottare e camminare insieme.
La chiamata di tutti a tracciare insieme percorsi di rispetto e legalità, di amore per il mistero della vita, al di là di qualunque steccato religioso, ideologico, politico e culturale, pur nella consapevolezza della sofferenza dolorosa di fratelli duramente provati, è in fondo il significato sostanziale della Pasqua cristiana che si avvicina e offre a tutti la ennesima possibilità di “ripartire”, andando oltre le tentazioni disperate, illuminati da orizzonti possibili di speranza.
Martedì 4 Aprile 2017
+ Calogero Peri
Vescovo di Caltagirone