CALTAGIRONE – Il prossimo 11 febbraio, memoria liturgica di Nostra Signora di Lourdes, saremo chiamati a commemorare la XXX Giornata Mondiale del Malato, istituita da San Giovanni Paolo II con l’intento di sensibilizzare il Popolo di Dio, le istituzioni sanitarie cattoliche e la società civile all’attenzione verso i malati e verso quanti se ne prendono cura.
È quindi un’occasione per crescere nell’atteggiamento di ascolto, di riflessione e di impegno fattivo di fronte al grande mistero del dolore e della malattia (cfr. Lettera Apostolica Salvifici Doloris).
Il tema scelto quest’anno è il versetto di Luca 6,36: “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”.
Tale esortazione di Cristo realizza una relazione concreta e operosa fra lo sperimentarsi destinatari della misericordia divina e il divenire protagonista di uno sguardo di misericordia rivolto al fratello: colui che cura e colui che viene curato sono entrambi amati da Dio di un amore gratuito e misericordioso.
Nell’esperienza di fede sperimentiamo che possiamo prenderci cura dell’altro perché un Altro, il Signore, si è preso cura di noi. Cronologicamente e ontologicamente è il Signore che ci ha amati per prima ed il nostro amore altro non è che una risposta al primato della sua misericordia (Cfr. GV 10.19). Ma se non possiamo essere misericordiosi con Dio, lo possiamo essere certamente con i nostri fratelli, specialmente quelli più sofferenti, i quali diventano il luogo privilegiato in cui si manifesta la presenza del Cristo sofferente. Provvidenzialmente nella storia della Chiesa sono emerse moltissime figure di Santi della Carità che hanno incarnato realmente e pienamente questo Amore.
Il Santo Padre ci ricorda che il servizio al prossimo sofferente non può essere declinato in maniera anonima e spersonalizzante ma deve essere sempre un “porsi accanto” che metta in evidenza la relazione di ascolto autentico e del prendersi cura. Pertanto non può assolutamente mancare, tra le opere di misericordia, quella di visitare le persone malate. La vicinanza compassionevole al morente, specialmente se in assenza di parenti o amici, permette a quest’ultimo di non sentirsi solo nel momento di maggiore vulnerabilità.
La grotta di Massabielle è divenuta luogo ideale e privilegiato dello Spirito dove ci si sperimenta amati da Dio e nel contempo ci si accende di amore per i sofferenti.
La Beata Vergine Maria, che a Caltagirone onoriamo con il nome di Maria SS. del Ponte e di cui stiamo festeggiando il 450° anniversario dell’Apparizione, accompagni e sostenga la fede e la speranza di ogni persona ammalata e sofferente nel cammino di guarigione delle ferite del corpo e dello spirito.
Nel Santuario a Lei dedicato a Caltagirone, Maria SS. del Ponte, giorno 11 febbraio alle ore 18.00, si terrà una Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo con gli ammalati, gli Operatori Sanitari e i Volontari, nel corso della quale verrà amministrato il sacramento dell’Unzione.
Nella stessa giornata, in mattinata, il Vescovo incontrerà il personale ospedaliero e visiterà gli ammalati presso l’ospedale “Gravina” di Caltagirone.
Nota dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute
09 febbraio 2022