CALTAGIRONE – Nella suggestiva cornice del Giardino Pubblico di Caltagirone, con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S.E. mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, si è conclusa oggi la Terza Peregrinazione diocesana della Madonna del Ponte, apparsa nel 1572 in un quartiere povero di Caltagirone, partita lo scorso 15 aprile dal CARA di Mineo.
Accolta da una partecipata e festante assemblea di fedeli, alla presenza delle autorità civili e militari dei Comuni del Calatino, del clero, dei religiosi e delle religiose, l’effige di Maria ha fatto il suo ingresso nel singolare tempio portata a spalla dai sacerdoti diocesani.
«Dopo due mesi di Peregrinatio, abbiamo la gioia di concludere un momento veramente importante dell’esperienza di fede di questa nostra Diocesi – ha detto mons. Peri -. Abbiamo voluto confrontare il nostro cammino di fede, con Colei che della fede è maestra per tutti e per tutta la Chiesa».
Sono state quindici le comunità che hanno ospitato la peregrinazione diocesana. Quindici Comuni interessati, nei quali l’arrivo della Madonna del Ponte ha suscitato attenzione, speranza, devozione, promozione umana.
«Abbiamo condotto ed accompagnato Maria in tutti i luoghi della nostra Diocesi – ha detto il Vescovo nell’omelia -, a partire dai luoghi maggiormente simbolici. Simbolici perché esprimono il dolore, la fatica, la sofferenza, il limite, la prigionia. Nella Peregrinatio di Maria SS. del Ponte, c’è entrata tutta la realtà e l’esperienza di questa nostra Diocesi».
Tre le tappe speciali del percorso mariano diocesano: il CARA di Mineo, la Casa Circondariale e l’Ospedale “Gravina” di Caltagirone.
Il pensiero di mons. Peri si è rivolto ancora al CARA, definito il sedicesimo Comune della Diocesi. «Una realtà – l’ha definita il Vescovo – nata come un fungo dall’oggi al domani in questa nostra terra e della quale non ci possiamo disinteressare. Devo dire che la visita della Madonna al CARA ha richiamato l’attenzione di tutti a rendere più umano ed accogliente quel luogo che per natura sua ha evidentemente tante difficoltà».
Alla Casa Circondariale i detenuti e gli operatori hanno accolto la Madonna in un clima di attesa e di speranza. All’Ospedale “Gravina” di Caltagirone, i malati hanno dato il loro benvenuto alla Madonna dai balconi e dalle finestre del nosocomio calatino.
«L’incontro con Lei, prigioniera a volte dei nostri schemi – ha aggiunto il Vescovo -, è stato per tutti un’esperienza di libertà e di amore. Sono sicuro che questa Peregrinatio abbia messo in moto dentro ciascuno di noi, dentro i nostri Comuni e dentro tutta la Diocesi, un’apertura a Dio. L’“eccomi” di Maria, quel suo gesto d’accoglienza, sia per ciascuno e per tutti un programma di rinnovamento spirituale».
Al tema del rinnovamento spirituale mons. Peri ha fatto più volte riferimento nel corso di tutta la Peregrinatio, incentivando la recita del Santo Rosario e proponendo alla comunità diocesana la meditazione dei misteri della Consolazione, della Misericordia e della Fede.
In vista della sua prima visita pastorale, che introdurrà il prossimo ottobre, il Vescovo ha anche richiamato la Chiesa di Caltagirone all’attenzione prioritaria per i più deboli: «Ci auguriamo che questa Peregrinatio ci possa preparare sempre ad un’avventura di libertà e di amore insieme a Cristo nostro Signore, insieme a questa amata Chiesa che il Signore ha benedetto con la presenza della sua Madre, con l’apparizione che ci ha regalato tantissimi anni fa al Ponte. In quel quartiere povero, ancora una volta, ci è stato detto che laddove fuggono gli uomini resta sempre Dio. Resta con Maria la quale, come alle nozze di Cana, ogni volta che finisce qualcosa, affinché possa continuare la festa, ci dà l’indicazione preziosa che abbiamo un tesoro nella Parola di Dio, quel che Lui ci dice, affinché la festa possa non solo continuare, ma iniziare su un altro registro».
Sono stati molti ed edificanti i momenti di fede ed umanità in questa Terza Peregrinazione diocesana. Li ha vissuti tutti don Davide Paglia, rettore del Santuario della Madonna del Ponte e presidente della Commissione pro-Peregrinatio, che insieme a don Francesco Di Stefano, segretario della Commissione ed esperto mariologo, ed ai volontari della parrocchia, ha accompagnato l’intera peregrinazione. «La visita della Madonna del Ponte – ci dice – ha segnato la vita delle nostre comunità cristiane ed ha rinvigorito anche il tessuto ecclesiale e pastorale delle nostre comunità. Particolarmente significative sono state le visite al CARA di Mineo, alla Casa Circondariale ed all’Ospedale “Gravina” di Caltagirone. Tappe significative non solo perché Maria si è fatta compagna di viaggio di fratelli che vivono nel disagio, ma soprattutto perché la visita di Maria, che è stata anche la visita della Chiesa, è diventata speranza in un tempo ed in luoghi in cui sembra che la speranza non regni. Per tutto questo ringrazio il Vescovo per aver dato questo opportunità alla nostra Chiesa, e ringrazio quanti hanno collaborato a questo momento di crescita umana e spirituale».
16 giugno 2012